Don Michael Aung Ling, parroco nella chiesa cattolica di san Giuseppe a Kanpetlet, amena località turistica nella diocesi di Hakha, nello stato birmano di Chin, al confine con l'India, è stato arrestato dai militari dell'esercito birmano ed è ancora in stato di fermo. Come conferma all'Agenzia Fides una fonte nella Chiesa locale, "vi e è molta preoccupazione per la sua sorte e se ne chiede l'immediato rilascio".
Come racconta Fides un catechista della parrocchia, militari lo hanno prelevato facendo irruzione nella sua residenza parrocchiale, accusandolo di sostenere le Chinland Defense Forces (CDF), parte delle forze di resistenza popolari nate ovunque in Myanmar per opporsi al colpo di stato del 1° febbraio. Secondo i militari, il prete offriva rifugio ai giovani della resistenza nella sua chiesa parrocchiale. L'esercito ha anche sequestrato tutti i sacchi di riso e le scorte alimentari conservati per gli studenti che normalmente usufruiscono dei locali della parrocchia, dove studiano in convitto.
"L'episodio e l'ennesimo atto di violenza e crudeltà contro persone o strutture della Chiesa locale", rileva una religiosa del luogo. A Kanpetlet, piccola cittadina con 2000 abitanti, in una zona collinare, la violenza è giunta a turbare una delle famose zone turistiche dell'area. La chiesa cattolica di san Giuseppe sorge infatti ai piedi della storica montagna Victoria ("Khonuthong" in lingua locale), luogo di straordinaria bellezza naturalistica, inclusa nelle liste del patrimonio culturale e naturalistico dalla Associazione delle Nazioni del Sudest Asiatico (ASEAN).
Nello stato di Chin, nel Myanmar orientale, al confine con l'India, gli scontri tra l'esercito birmano e i combattenti della resistenza locale si sono intensificati proprio nell'area di Kanpetlet, nel sud dello stato. Combattimenti vanno avanti da alcuni giorni e i circa 2.000 residenti della cittadina sono stati costretti a fuggire dalle loro case. "Dopo che le persone lasciano le loro case, le forze del regime saccheggiano le proprietà e le case vuote", asseriscono gli abitanti locali.
I combattenti della resistenza, dotati di armi artigianali come fucili da caccia ed esplosivi artigianali, usano tattiche di guerriglia per combattere le forze del regime, con agguati e imboscate a piccoli convogli. Le truppe di Tatmadaw (l'esercito birmano) usano armi pesanti come fucili automatici e lanciarazzi contro i combattenti locali.
In questa fase critica, la Chiesa cattolica nella diocesi di Hakha fornisce riparo e cibo agli sfollati, tra donne, anziani e bambini, fuggiti dalle loro case a causa degli intensi combattimenti. I militari pattugliano il territori e perquisiscono case e strutture religiose dove i giovani potrebbero rifugiarsi, senza disdegnare al violenza sui civili.
Nella diocesi di Hakha, su una popolazione di oltre 700mila abitanti per la maggior parte di etnia Chin, i fedeli cattolici sono circa 35mila, ma circa il 40% della intera popolazione è di fede cristiana protestante.