Riparte, dopo l'interruzione dell'edizione 2020 cancellata dalla pandemia. Riparte l'Italia del vino da quella che ormai viene identificata, anche all'estero, come la sua capitale: Verona. Riapre Vinitaly il suo spettacolare palcoscenico, quest'anno ricco di vedette sotto l'aspetto puro dei vini. Nel suo ambito, al suo interno, la decima edizione di OperaWine.
Saranno degustati 186 vini italiani selezionati da "Wine Spectator", la più nota rivista mondiale dedicata alla cultura del vino. Centottantasei vini come eccellenze della produzione nazionale: 134 rossi, 32 bianchi, 17 bottiglie bollicine e 3 passiti.
L'evento si terrà presso le Gallerie Mercatali, a Veronafiere. In uno spazio grandioso, settemila metri quadrati per garantire tutte le misure di sicurezza necessarie. Gli ingressi saranno scaglionati. Vinitaly è un salone internazionale che si tiene a Verona dal 1967. È stato visitato finora da 125mila persone. Dal canto suo, fondata nel 1976 in California, a San Diego, "Wine Spectator"pubblica quindici numeri l'anno e valuta il vino su una scala di 100 punti. La storica rivista influenza i consumi mondiali.
Dopo lo stop causato dal Covid, Vinitaly è l'occasione di mercato che per quanto riguarda il vino equivale a una grande preziosa occasione. Il faccia a faccia tra acquirenti e venditori. Un momento importante sotto l'aspetto delle contrattazioni, col il problema non insignificante del non potersi stringere la mano. All'incontro del vino e col vino partecipano 300 compratori e operatori italiani e quelli di 13 nazioni, di nuovo insieme dopo quindici mesi trascorsi a parlare di webvinar. Il primo passo verso il recupero e il ripristino della normalità. Proprio nella settimana in cui il presidente Usa Biden ha cancellato i dazi sulle bottiglie francesi togliendo ai vignaioli del BelPaese il vantaggio del'export.
Ma è dall'America che arriva la consacrazione della ricchezza delle varietà italiane. La nazione vinicola con più autoctoni al mondo, dalle colline alle coste, alle pianure. Una lista messa a punto dalla storica "Wine Spectator"
L'evento, in questa ultima edizione, si chiama OperaWine, Alle consuete migliori cantine, si aggiungono altre 86 presenti almeno a una edizione. Il primo passo verso la normalità con l'auspicio che tutto possa tornare girare a pieno ritmo. Ad immagine e somiglianza dell'edizione 2019 con 33 buyer da 190 Paesi. Al via, al taglio del nastro, domani alle 14:15, saranno presenti il ministro degli Affari Esteri, Manlio Di Stefano, e Carlo Maria Ferro, presidente di Ice Agenzia.
L'obiettivo è "intercettare la ripresa e con essa nuove quote di posizionamento attraverso il nuovo fermento nel mercato mondiale del vino", indica la strada il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani. "In questo scenario ViniItally è il brand-strumento del riavvio della produzione del vino italiano nei Paesi-obiettivo".
Riservata ai professionisti e a rappresentanti della stampa, è prevista una degustazione lunga cinque ore con "i magnifici" 186. Ognuno con il loro vino portabandiera. La pattuglia toscana è prevalente su tutte le altre con 47 vini. Segue il Veneto con 23, poi 20 piemontesi. In tutto 134 vini rossi; i Brunello di Montalcino sono 17, i Barolo 16. Sono rappresentate tutte le regioni d'Italia. Il Molise con una sola azienda. I nomi dei giganti della produzione vinicola ci sono tutti, come pure i piccoli vignaioli. Cantine storiche condotte dalla stessa famiglia per generazioni e imprese di recente nascita.
"Wine Spectator" ha stabilito con chiarezza che "l'eccellenza dei produttori italiani, accumunati dall'altissima qualità dei vini, pur nella differenza di stili e dimensioni". A corredo dell'evento principale, domenica alle Gallerie Mercatali si apre Vinitaly Preview. Settanta cantine, cinque consorzi – Lambrusco doc, Lessini Durello doc, Prosecco doc, Trentino, Sicilia doc – è l'associazione veronese Famiglie Storiche. Gli sfidanti saranno impegnati in due sessioni di degustazioni e incontri. Un altro importante momento a significare la ripartenza dell'Italia del vino.
Toscana al primo posto, poi Piemonte e Veneto, ma cos'alro dice e racconta la mappa italiana del vino? La Sicilia ha tredici vini selezionati da Wine Spectator, come pure il Trentino Alto Adige. La Campania nove, L'Emilia Romagna sette con il Friuli Venezia Giulia, la Basilicata sei, e Marche cinque con la Sardegna, l'Umbria quattro, l'Abruzzo tre come la Valle d'Aosta, la Liguria, la Calabria e il Lazio. In tutto fanno 186 campioni in esposizione, in degustazione e in gara a Vinitaly a Verona, capitale italiano del vino.
di Franco Esposito