Nuovo capitolo lungo la tortuosa strada che conduce al “restyling” del M5S. Ieri, l’ex premier Giuseppe Conte, leader in pectore del Movimento, ha incontrato, a gruppi, i senatori pentastellati. Questa sera, alle 17, toccherà all'assemblea dei deputati. Insieme a loro, dovrebbe esserci anche Beppe Grillo in quello che si annuncia come il primo, atteso momento di confronto tra l’ex presidente del Consiglio e lo storico garante, con quest'ultimo visibilmente preoccupato di finire in soffitta nl progetto di ristrutturazione contiano.
Tuttavia, parlando con i senatori, Conte avrebbe assicurato che la sua rifondazione procede e che non ci sarebbe alcun pericolo o ipotesi di scissione: l'intesa con Grillo "si troverà", avrebbe rassicurato, sdrammatizzando le indiscrezioni sullo stato del dialogo con il fondatore. "Non c'è nessun dramma in atto, nessuna rottura", avrebbe ribadito ancora. E con Beppe "troveremo una sintesi sul nuovo statuto" avrebbe rimarcato l’avvocato pugliese, lasciando comunque intendere che, sì, è proprio lo statuto il vero nodo del contendere.
Quello che Grillo teme, infatti, è che tale documento possa, in qualche modo, depotenziarne la voce, contribuendo ad edificare un Movimento troppo ad immagine e somiglianza del suo leader. Da qui i rumors sui probabili strappi con addirittura la paventata ipotesi del varo di un vero e proprio partito di Conte. Voce, questa, che un big come Roberto Fico si affretta a smentire: “Non c'è nessun partito di Conte. C'è solo un lavoro all'interno del Movimento Cinque Stelle e quando c'è un lavoro importante".