Una maglietta per dire al mondo che nonostante il tumore che l’ha costretta a farsi asportare l’utero e le ovaie ed obbligata a ricostruirsi il seno Ambra è ancora una donna. Ed è proprio “I’m still a woman” lo slogan ed anche il logo scelto dalla 38enne originaria di Bergamo, ma residente da anni in Romagna, per lanciare il suo messaggio attraverso una semplice t-shirt, oltre che per raccogliere fondi per il Women’s Cancer Center dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano (IEO). La sua storia è stata supportata dal comune di San Giovanni in Marignano, in provincia di Rimini, dove Ambra Pesaresi ha vissuto per qualche anno.
A raccontare la sua esperienza è stata lei stessa, che ha ereditato una mutazione a carico dei geni BRCA1: la stessa che ha colpito l’attrice Angelina Jolie. Le donne portatrici di mutazioni nei geni BRCA hanno un elevato rischio di sviluppare tumori al seno e all’ovaio. Il test genetico, che permette di verificare la presenza di mutazioni genetiche, consiste in un prelievo di sangue. Era il 19 dicembre 2009. Ambra aveva da poco portato a termine la sua seconda gravidanza, quando durante una doccia ha sentito qualcosa di strano al seno.
Il 10 gennaio 2010 era già sotto i ferri a Milano, operata per un tumore triplo negativo, metastatico e molto veloce. Ha deciso di fare una mastectomia bilaterale, poi ha scelto di procedere alla ricostruzione del seno e alla chemioterapia, effettuando gli esami di controllo ogni sei mesi. «Lavoro in un ristorante. Ho un lavoro duro. Sollevo pesi, casse d’acqua, sono quasi una scaricatrice di porto. Mentre lavoravo, l’anno scorso, mi si sono rotte le protesi. Ho dovuto sostituirle, con problematiche varie. La chemio mi ha distrutta, fisicamente e non, allora ho deciso di togliere anche utero e ovaie per stare più tranquilla», ha detto ad Anna Puglia in una lunga intervista pubblicata sul sito Il Napolista.
L’idea della maglietta è nata in un momento particolarmente difficile della sua battaglia contro la malattia. «Quando sono stata al centro di Milano per essere operata di tumore al seno – ha raccontato – non esistevano tutti gli sportelli per le donne che ci sono adesso. Ho visto questo sportello ‘Women’s Cancer Center’, con all’interno un sacco di depliant che ho letto e riletto in cui si dava un supporto alle donne prima, durante e dopo l’intervento. Sono entrata a parlare con la dottoressa e lei prima di dirmi che possibilità avevo, ha voluto capire chi aveva davanti. Quando le ho detto che avevo intenzione di togliere tutto, mi ha detto che il 70% delle donne, dopo, ha bisogno di un supporto psicologico, perché togliere utero e ovaie immancabilmente innesca un meccanismo psicologico che ti fa sentire meno donna, soprattutto per le donne giovani, che temono di non essere più sessualmente “abili”».
Un pensiero che naturalmente ha fatto anche Ambra, che ha ideato la maglietta proprio per sdrammatizzare il tema. «Sono molto autoironica. Lavorando in un ristorante – spiega – ne vedo di cotte e di crude. Vedo tante donne “poco donne”. E allora, quando ero in ospedale, ho pensato che al ritorno a casa mi sarei fatta fare una maglietta con su scritto “sono più donna senza di tante donne con”. È nata così. Poi però ho iniziato a parlare con le mie amiche, che mi hanno detto che l’avrebbero indossata anche loro. Una di loro, inglese, mi ha chiesto di pensare ad una frase meno provocatoria, che potesse coinvolgere tutte e ho iniziato a pensarci».
La maglietta nera con logo bianco sta facendo il giro d’Europa e vuole essere un sostegno per le donne che hanno combattuto o stanno combattendo contro il cancro. «Non ho più seno, utero e ovaie ma sono ancora una donna» è il messaggio. Il logo, creato dal grafico pubblicitario sardo Matteo Betzu, ha due X, simbolo del cromosoma femminile, con dentro il simbolo della donna. Un’idea nata dall’insegnante di matematica della figlia. Una parte dei proventi della vendita della t-shirt sono devoluti al Women’s Cancer Center dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano (IEO). L’obiettivo di Ambra è quello di raccogliere risorse per sostenere le donne che si ritrovano nella sua stessa situazione e hanno delle difficoltà economiche: «Quando vado allo IEO – ha detto – mi sento a casa. Provo uno strano senso di serenità e pace totale. Ci sto bene. Per questo ci tengo tanto alle magliette. Per questo mi sto impegnando nell’incentivare l’iniziativa delle magliette. Se riuscissi a realizzare un fondo potrei aiutare tante donne. Lì stanno andando tanto avanti con le ricerche: spero che con il tempo si scopra tanto di più e che si trovino altre cure».
Le magliette hanno un costo base di 20 euro ma la donazione è libera. «Se ricavo 20 euro a maglia – ha spiegato – 10 coprono le spese di realizzazione, 5 li tengo da parte per i nuovi acquisti e 5 li do in beneficenza, con un bonifico che faccio al centro periodicamente. Naturalmente, prima di farlo, ho dovuto chiedere l’autorizzazione al centro. Per me è importante questa cosa, mi fa stare bene. La mia però è una famiglia normalissima: siamo in quattro e lavora solo mio marito. Non è semplice». È possibile acquistare le
magliette contattando Ambra all’indirizzo e-mail: ambra.pesaresi@gmail.com.
Elida Sergi