Nel giorno in cui in Senato inizia la battaglia sugli emendamenti al ddl Zan, il segretario dem Enrico Letta sceglie di respingere l'ultimo tentativo di mediazione avanzato dal leader della Lega, Matteo Salvini. Rifiuto, a parte, il Pd sa, tuttavia, quanto è difficile approvare una legge, quella contro l'omofobia, che, allo stato, rischia di finire ko sotto i colpi dei voti segreti.
Tra l'altro, non solo la Lega ha presentato emendamenti al testo (672), ma anche il leader del Psi Riccardo Nencini e vari esponenti del gruppo delle Autonomie. Da qui la sensazione che l'esame possa slittare a settembre, anche perché, nel frattempo, il Senato ha altre urgenze da affrontare: la conversione in legge dei decreti in scadenza tra cui il Sostegni-bis. Dal canto loro, Carroccio e FdI hanno già formalizzato la volontà di votare sulla possibilità di stoppare l'esame dopo il dibattito. Senza dunque passare alla discussione degli articoli. L'Aula quindi sarebbe chiamata ad un voto segreto che potrebbe mettere in difficoltà l'ex maggioranza giallorossa.