L'influenza italiana nell'architettura del Sud America è un tema moto vasto e abbastanza conosciuto. All'interno di questa tematica però è possibile scovare tanti altri risvolti che meritano di essere scoperti: gli Efasce di Argentina, Brasile e Uruguay si sono spinti un po' oltre cercando di raccogliere informazioni sul prezioso contributo dato dalla mano d'opera friulana nelle architetture di questi paesi, un capitolo poco conosciuto che fa parte di una storia ben più grande. Partita nel 2019, la ricerca verrà diffusa in un ciclo di incontri on line che è appena partito e che sarà organizzato a turno da ogni paese. Il primo appuntamento si è avuto sabato con la conferenza curata dall'Argentina, "Il cammino della speranza e le mani anonime. Il Friuli e la migrazione storica", a cui seguiranno altri due incontri: il 4 settembre con "Tracce friulane nell'architettura dell'emigrazione in Brasile" e il 2 ottobre con "Troviamo i mestieri friulani nell'architettura uruguaiana".
"Questo progetto è partito da Junín in Argentina dove ci sono diversi architetti friulani" racconta Claudia Girardo, responsabile dell'Ente Friulano dell'Uruguay. "Anche noi avevamo pensato di presentare qualcosa del genere e dato che c'erano diversi punti di coincidenza abbiamo pensato di elaborare una proposta comune dei tre paesi durante un congresso svoltosi a Porto Alegre che è stata subito supportata dalla sede centrale di Efasce di Pordenone".
La ricerca vuole indagare a fondo sulla specificità dell'influenza della mano d'opera friulana nell'architettura regionale: "Quando si parla di architettura, ovviamente, c'è tanto di Italia ma con un piccolo sforzo possiamo arrivare a scoprire quali mestieri friulani sono stati presenti. A livello locale, ma non solo, questa tematica è stata molto difficile da portare avanti perché i corregionali emigrati prima del novecento venivano a lavorare con le loro conoscenze e i loro saperi e non avevano un titolo specifico di architetto da mostrare. All'interno di questa manodopera c'era un po' di tutto con mestieri molto diversi legati alla costruzione, chi lavorava il ferro, il vetro o il legno. Tanti altri friulani, invece, lavoravano in altri settori come i sarti o i contadini".
Il progetto è partito inizialmente a livello locale nel 2019 e dopo "una fase di stand by per la pandemia" adesso è pronto per entrare nella parte conclusiva: "L'idea delle conferenze è quella di presentare gli avanzi delle ricerche fatte da ogni gruppo e condividere il tutto insieme agli altri. Abbiamo iniziato ad agosto, un po' più tardi rispetto a quanto avevamo previsto e quindi probabilmente il prossimo anno organizzeremo la seconda parte di questo ciclo di incontri. Abbiamo scelto il sabato come giornata alle 14 ora del Sud America (le 19 in Italia) per poter agevolare la partecipazione di chi lavora durante la settimana".