Caro Direttore,
Negli ultimi giorni abbiamo visto come un gruppo di musulmani decisi a tutto, hanno riconquistato un territorio che considerano proprio. In realtá sono il frutto di una decisione presa 122 anni fa dalle grandi potenze di allora, Francia, Russia e Gran Bretagna che, per dividersi le preziose risorse del sottosuolo della regione, hanno applicato il vecchio detto di Giulio Cesare: "Divide et Impera", fondando paesi con diversi nomi sempre vincolati a principi religiosi. In ogni caso, le conseguenze di secoli di guerre interne, fra le diverse frazioni hanno reso questa zona, la più pericolosa del mondo.
La Repubblica Democratica dell'Afganistan (di democratico ha ben poco), ha oltre 655.000 Km/q, il doppio dell'Italia, e circa 36 milioni di abitanti. Si parlano due lingue che sono il Pastún e il Persa afgano, conosciuto come il Darin. I gruppi predominanti sono stati sempre i Pastún e i Darico. Dal 550 A.C. al 330 A.C. questo territorio era dominato dall'Impero Aquemenide. Nel 331 A.C. Alessandro Magno conquistó questo territorio che lo ha incorporato all'Impero Macedonico, provocando una fusione greco-persiana. Dopo la morte di Alessandro Magno, l'attuale territorio afgano è rimasto incastonato fra due imperi: il Celeuseda, di origine greca e il Mauria, il primo grande impero unificato dell'India. Nell'anno 661 D.C. sopravvengono gli arabi e i musulmani dopo una lunga e sanguinosa rivoluzione e per secoli è stato territorio di guerra costante fra musulmani samanis e buddisti che provenivano dall'area dell'Oriente centrale, fino a quando Gengis Khan ha incorporato anche il territorio afgano al suo grande impero Mogol.
Dopo il dominio di Khan il territorio, fra il 501 D.C. e il 1736 rimase sotto il potere dell'Impero Safavida, considerato il più grande impero iraniano. La base dell'attuale territorio afgano appartiene all'impero Durrani o conosciuto come l'Impero Afgano, fondato da Ahmed Sah Abdali, consideato il padre dell'Afganistan moderno: dal 1747 al 1823 ha reso il paese prospero e includeva l'Afganistan, il Pakistan, parte dell'Iran e dell'India. Nel 1823 nacque l'Emirato dell'Afganistan che le grandi potenze Russia e Francia si disputarono. Fra il 1826 e 1973 nacque il Regno dell'Afganistan, con un territorio simile all'attuale.
Nel 1973, dopo un colpo di stato alla monarchia, nasce la Repubblica dell'Afganistan. Nel 1978 inizia la Rivoluzione di Saur e dopo decenni di dominio sovietico, nasce la Repubblica Democratica dell'Afganistan. Questo fatto non è piaciuto per niente agli USA che hanno iniziato l'Operazione Ciclone, un programma della CIA per reclutare i fondamentalisti conosciuti come Muhiajdines, che in realtá sono i talebani, per combattere contro le truppe sovietiche. Gli USA hanno armato questi rivoluzionari per poter conquistare la Repubblica Democratica russa e, dopo la caduta dell'URSS, andó tutto a scatafascio e i talebani, che non sono né di destra, né di sinistra, ma semplicementi islamici fondamentalisti, hanno dominato il paese. Quando gli USA hanno deciso di fare un passo indietro e combattere i talebani, in ogni caso, questi sono stati sempre presenti, armati e pronti ad immolarsi per le loro idee religiose, non politiche. Nel 2020 è stata firmata una tregua, ma, con l'inizio del ritiro delle truppe nordamericane, i Talebani si sono sentiti più forti e pronti a controllare il paese. Cosí sono arrivati fino a Kabul. Il paese, che, dal 1992 fino ad oggi, ha avuto certe libertá, inserendosi, in un certo senso nel mondo "normale", sono oggi gli ostaggi di un gruppo ridotto di fondamentalisti islamici che, per esempio, non considerano le donne come esseri umani e stanno provocando la fuga di centinaia di migliaia di persone che si erano abituate ad un certo decoro. La cosa più difficile da comprendere è che l'Afganistan, dove sono nate Al Kaeda ISIS, sono oggi i nemici più acerrimi degli USA e del mondo occidentale, ma, quando l'URSS invase il loro territorio, fu l'USA a finanziarli.
Ora si torna al Medio Evo e i Talebani hanno giá detto che impongono la Legge Sharia, la più dura, la più inumana.
STEFANO CASINI