Nella notte del 24 agosto 2016 alle ore 3:36 una forte scossa di terremoto di magnitudo di 6.0, con epicentro nel comune di Accumoli, diede inizio ad una serie di eventi sismici che interessarono l'Italia centrale, per diversi mesi, fino al gennaio del 2017. Quattro le regioni direttamente colpite: Abruzzo, Marche, Umbria e Lazio nei territori della Valle del Tronto e dei Monti Sibillini, con un bilancio di oltre 300 morti e 65.000 sfollati.
Nella prima scossa del 24 agosto i comuni maggiormente colpiti furono quelli di Amatrice (RI), Accumoli (RI) e Arquata del Tronto (AP) con un danno finale superiore a 4 miliardi di euro.
Nel complesso, i danni causati dai terremoti che si sono susseguiti tra la metà del 2016 e l'inizio del 2017 hanno sfiorato i 24 miliardi di euro, come certificato dalla Protezione Civile all'Unione Europea.
340 mila gli edifici danneggiati, distribuiti su un'area di 8mila km quadrati, 140 i Comuni investiti, 600mila le persone coinvolte, per un quarto anziani con più di 65 anni.
Purtroppo, l'Italia si situa al secondo posto in Europa per incidenza di eventi sismici con 10 eventi di grande intensità solo negli ultimi 30 anni.
Gli interventi di ricostruzione nei territori delle quattro Regioni colpite dai terremoti del 2016 e 2017 si sono trovati ad affrontare da subito diverse difficoltà, dalla rimozione dell'enorme mole di macerie, all'insufficienza e precarietà del personale da utilizzare nella gestione amministrativa delle richieste di ristoro dei danni. Successivamente, a partire dal 2020, l'emergenza sanitaria da COVID 19 ha fortemente condizionato tutte le attività a causa delle restrizioni e delle difficoltà senza precedenti nella vita e nelle attività dei cittadini, dei professionisti, delle imprese, del personale dei Comuni e di tutte le autorità preposte ai vari livelli di governance.
Tenuto conto della necessità di assicurare un adeguato numero di addetti impegnati nell'istruttoria delle richieste di contributo per la ricostruzione, nel 2020 la forza lavoro è complessivamente aumentata di 180 unità con una stabilizzazione dei rapporti di lavoro che erano tutti a tempo determinato.
Le aree dell'Appennino centrale interessate dagli eventi sismici sono state pesantemente colpite nella loro struttura sociale e produttiva e per realizzare le condizioni di una ripresa sono stati previsti interventi mirati e rafforzati in grado di articolarsi con gli obiettivi e trarre profitto dalle risorse del Recovery Plan.
Recentemente alle risorse per le aree colpite dai terremoti del 2009 e del 2016/2017 previste nel Recovery plan e relativo Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che conta una dotazione complessiva di 191 miliardi di euro, si sono aggiunte, grazie al pacchetto Sisma finanziato con il Fondo complementare al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, ulteriori stanziamenti per 1 miliardo e 780 milioni. Tali risorse serviranno a finanziare due linee di intervento: una relativa al programma "Città e paesi sicuri, sostenibili e connessi" per 1.080 milioni di euro e l'altra con una dotazione di 700 milioni di euro, per attivare le iniziative previste nel progetto "Rilancio economico e sociale".
Il Pacchetto Sisma sarà gestito dalla Cabina di Coordinamento integrata, che si è insediata lo scorso 12 agosto, e riunisce tutte le rappresentanze istituzionali dei due crateri.
Il prossimo passo per la realizzazione degli interventi sarà la definizione entro il 30 settembre dei Programmi unitari di intervento per l'utilizzo dei fondi stanziati, che dovranno perseguire obiettivi di transizione energetica e sostenibilità ambientale, puntando sulla formazione del capitale umano e la valorizzazione delle risorse.
Il Ministro per il Sud e la coesione territoriale è coinvolto nella realizzazione degli interventi in coordinamento con la struttura del Commissario Straordinario per il sisma 2016 ed ha destinato ulteriori 160 milioni di euro al Contratto Istituzionale di Sviluppo finalizzato a finanziare progetti presentati dalle quattro Regioni, già in fase di selezione.