di Juan Raso
Viviamo tempi di inconsistenza materiale e spirituale. Le reti e gli algoritmi hanno costruito dimensioni virtuali, che trasformano le nostre vite in continuo contatto con laptop e cellulari. Siamo piú visibili agli altri attraverso uno schermo, che in forma reale, quasi fossimo attori di una interminabile sequenza cinematografica, che inizia con il primo messaggio voce o immagine del mattino al cellulare e si conclude con l’ultimo saluto di fine giornata all’amico o all’amato/a sempre attraverso il telefonino.
Nella nuova realtá, che perde ogni corporeitá, anche le malattie diventano immateriali, invisibili. Conoscevamo nel secolo scorso le patologie del lavoro: per esempio l’asbestosi (che attaccava i lavoratori dell’amianto e del fibrocemento) o il saturnismo (per il lavoratori del piombo); la sinistralitá sul lavoro era espressione di un lavoratore che cadeva da un muro, o un operaio ferito da una macchina. Oggi in un mondo virtuale anche le patologie sono invisibili, con l'aggravante che possono colpire tutti noi, nessuno escluso. Parlo dello stress (che una volta si chiamava “esaurimento nervoso”), la depressione, il “burn-out”, l’ipertensione e vía di seguito.
Non abbiamo piena conoscenza di questa realtá, che é prodotto di intense giornate di lavoro e di un rapporto continuo e tossico con il cellulare o la laptop. Oggi le patologie invisibili sono diventate la nuova piaga sociale.
Come probabilmente saprete, la “5G” (acronimo di 5th Generation) indica l'insieme di tecnologie da cellulare, i cui standard definiscono la quinta generazione della telefonia mobile. Tutti i paesi stanno facendo i necessari passi per incorporare la 5G alle comunicazioni digitali e fin qui tutto bene. Ma qualcuno sa se questa nuova generazione tecnológica potrá porre a rischio la nostra salute?
Recentemente studiosi e ricercatori affermano che l’intensitá dei segnali della 5G potrá esporci a campi elettromagnetici pericolosi, per cui l'introduzione della nuova tecnologia delle comunicazioni dovrá comportare necessariamente limiti di tolleranza per il nostro corpo, esposto ai campi elettromagnetici. Ma sapranno i diversi governi investire in tutele preventive per porci al riparo dai danni tecnologici?
Quali sono i pericoli della “5G” per la nostra salute? Ancora non é del tutto chiaro, ma giá si parla degli effetti negativi prodotti dalle radiazioni di questa tecnologia: aumento del rischio di cancro, aumento dello stress(in particolare con l’uso dei telefoni cellulari), aumento di radicali liberi nocivi, danni genetici, cambi strutturali e funzionali del sistema riproduttivo, deficit di apprendimento e memoria, disturbi neurologici e via di seguito. Queste affermazioni non sono mie, ma le realizza un gruppo di esperti del progetto ADAPT sui sistemi di protezione sociale e prevenzione dei rischi tecnologici del lavoro (Editori:. Serrani/Tiraboschi, Milano aprile 2020).
Quindi é bene fare attenzione al vincolo diretto tra l’avanzare delle tecnologie e il retrocedere della nostra salute. Non é il caso di desistere dal progresso tecnologico, ma sí é necessario studiare le misure piú adeguate affinché le tecnologie digitali non vadano logorando inesorabilmente la nostra salute.
Se ricordiamo il lavoro delle fabbriche del secolo XIX e inizi del XX immaginiamo lavoratori sudici, stanchi e con i polmoni molte volte carichi di insalubritá. Oggi é necessario l’impegno di tutti (Stato, imprenditori, sindacati) affiché gli abitanti del pianeta nel prossimo secolo non si ricordino di noi, come lavoratori distrutti da malattie fisiche e mentali.
Non é facile scrivere su questi argomenti, perché molti continuano a pensare che ció che non si vede, non esiste. Eppure le malattie del progresso digitale esistono, tutti siamo esposti a nuove forma di patologie e il cellulare, che ha assunto un ruolo cosí importante nelle nostre vite, potrebbe diventare un’arma omicida in questa societá del rischio, di cui ne siamo cosí poco consapevoli.