di Franco Esposito
Made in Veneto. Le fiale fabbricate dalla Stevanato Group. La multinazionale di un paesino veneto, Piombino Dese, non lontano da Padova. Le fiale della Stevanato hanno trasportato finora cinque miliardi di dosi di vaccino anti covid nel mondo. Un concentrato di alta tecnologia: restano intatte sotto i cento chili di peso nel passaggio da meno ottanta gradi a più trenta. La società veneta, da luglio, è quotata in borsa a New York per 6,3 miliardi di dollari. Uno strepitoso successo del made in Italy.
Un terzo dei vaccini anti covid usati finora nel mondo è uscito dalle fiale fabbricate dal Gruppo Veneto Stevanato. La multinazionale padovana ha sedici impianti in nove Paesi, dal Brasile alla Cina, dagli Stati Uniti alla Germania. Stevanato copre il mondo.
Prima della pandemia la produzione dell'azienda veneta raggiungeva quota dieci miliardi di contenitori per farmaci l'anno. L'impennata si è verificata con l'esplosione del virus mai sufficientemente maledetto. "La produzione è cresciuta fino al venti per cento. Abbiamo investito alcune decine di milioni", si rallegra con se e con le maestranze Franco Stevanato, presidente esecutivo di Stevanato Group. "Solo il vetro può riuscirci, la plastica faticherebbe troppo".
La multinazionale ora quotata in borsa a New York può contare sull'aiuto di Cepi, Alleanza per i vaccini. Scopo finale, già realizzato, la costruzione di quattro nuove linee produttive in Italia e in Messico. Nel pieno rispetto del mantra che scandì la vita di nonno Giovanni Stevanato, professione soffiatore. "Il futuro è nel vetro", detto e ripetuto anni e anni fa. Quando tutti, negli anni Quaranta, cominciavano a conservare cibi e bevande nella plastica. Nonno Giovanni, nel suo villaggio nelle vicinanze di Venezia, inventò una macchina per aumentare la produzione dei contenitori di vetro per uso alimentare.
Nata nel 1949, la Soffiera Stella è decollata fino a diventare multinazionale farmaceutica negli anni Novanta. La famosa rivista Forbes ha inserito nella lista dei miliardari della pandemia Sergio Stevanato, figlio di Giovanni e padre di Franco e Marco. "In realtà il covid ha inciso in maniera debole sui nostri ricavi. Facciamo il cinque-sei per cento. Eravamo già leader prima della pandemia".
Molti prodotti della multinazionale veneta avevano già l'approvazione per l'uso farmaceutico, e la cosa ha consentito alla Stevanato di arrivare puntuale. In realtà, l'Italia ha contribuito poco alla lotta contro la pandemia. Fatta eccezione appunto per la Stevanato di Piombino Dese. In Italia la ricerca sui vaccini e anticorpi monociclabili si è fermata. Sfumati i progetti di portare la produzione del Rna in Italia. La Stevanato già c'era con l'arrivo del covid. "Abbiamo giocato bene la nostra partita", ammette con orgoglio infinito, molto italiano, il presidente esecutivo della multinazionale.
"Resteremo un'azienda italiana, orgogliosa di esserlo, almeno fino a quando ci sarò io". Giovanni Stevanato, ai quattro figli, ripete tutti i giorni la lezione base e i concetti fondamentali da tenere sempre presenti sul lavoro. La maniera corretta di stare al mondo, l'impegno, l'umiltà. "Nessuno li forzerà se sceglieranno di ripercorrere le orme di famiglia".
Passati negli ultimi mesi da 4.000 a 4.400, ai dipendenti di Stevanato Group l'immunizzazione non è stata imposta. Sono liberi, con l'obbligo della mascherina e del rispetto del distanziamento a due metri. Un'industria di questo tipo non avrebbe potuto permettersi focolai. "Siamo riusciti a non lasciare indietro nessuno. I nostri contenitori servono anche per i farmaci contro i tumori, per l'insulina e tanto altro".
Ma qual è il segreto del successo del vetro made in Veneto che ha attratto Forbes e conquistato la quotazione in borsa a Wall Street? Che cosa hanno di speciale le fiale italiane che hanno trasportato cinque miliardi di dosi di vaccino nel mondo? Le superfici dei contenitori, perfettamente regolari; non devono lasciare impurità e non provocare reazioni chimiche con un contenuto che può essere molto aggressivo. "Come in alcuni antitumorali".
Aveva ragione nonno Giovanni Stevanato il soffiatore. Il futuro è nel vetro, e più di così proprio non si può. Ogni fiala, prima di essere riempita, viene rivestita all'interno di una pellicola di silicone e poi ispezionata da un lettore ottico per escludere che possa presentare qualche difetto. Ma i costi? Nonostante la ricerca della perfezione abbia un prezzo, incide di pochi punti percentuali. Sotto il dieci per cento. Avere in casa attrezzature e validazioni già prima dello scoppio della pandemia ha consentito al Gruppo Stevanato la partenza lanciata.
Le boccette di nonno Giovanni sono oggi diventate fiale per il vaccino. Con la prospettiva certa di diventare in futuro apparecchi per la somministrazione automatizzata di insulina o antidolorifici. Stevanato pensa già ad una soluzione rivoluzionaria per quanto riguarda la lotta al covid. Il passaggio dalle fiale multidose alla monodose, fino ad arrivare alle siringhe già riempite e pronte all'uso.
Complimenti vivissimi. Anche se il mondo spera, si augura, auspica, di non dover usufruire della rivoluzionaria innovazione pensata dal Gruppo Stevanato.