Di Marco Benedetto
Esercito europeo necessario, indispensabile. Ma come e quando? Politici e burocrati di Bruxelles non sono molto affidabili. Non sono riusciti a impedire Brexit. Sono solo capaci di fare danni col prosecco. Sullo scenario internazionale contano meno del classico due di picche.
Ne è ultima prova la nuova alleanza stretta fra americani, australiani e inglesi senza nemmeno una parola agli europei. La presidentessa della Commissione, Ursula von der Leyen, a sua ulteriore aggravante, sembr la meno qualificata per parlare di forze armate e di esercito europeo. Era ministro della Difesa in Germania. I militari hanno chiesto al cancelliere Angela Merkel di levargliela di torno. Fortuna ha voluto che ci fosse disponibile l carica europea. Ma immaginate con che stato d’animo i militari tedeschi accoglieranno le proposte di Ursula. Ha lasciato forze armate e esercito tedeschi in uno stato pietoso.
Una vera forza militare integrata è fondamentale per il futuro dell’Europa. Il nostro presidente Mattarella ribadisce il concetto ogni giorno. Lo ha delineato con molta chiarezza un bravo giornalista francese, Bernard Guetta.
“Svegliamoci, perché gli americani, dovendo affrontare la Cina, un giorno potrebbero preferire una Russia forte a un’Unione inesistente. Potrebbero avere riguardi per il Cremlino e trovare un’intesa piuttosto che andare a morire per Tbilisi, Vilnius o Kiev.
Si tenga presente che è targato Kiev lo scandalo che solo la sinistra riesce a non mettere a fuoco e che rende anatra zoppa il presidente americano Joe Biden. Un contratto da mezzo milione all’anno fra il figlio di Biden, Hunter, e una società di utilities ucraina. A Hunter Biden non sono riconosciute particolari competenze se non quelle sulla droga di cui fa spesso abuso. Su tutto incombe l’ombra del Kgb, maestro di tucchi e trabocchetti per piegare gli occidentali ai voleri dei sovietici, grande scuola cui si è formato il presidente russo Vladimir Putin.
L’Ucraina è la culla della Russia. A Kiev risiedevano i primi granduchi, lì i russi si covertirono al cristianesimo, quasi mille anni dopo Cristo, quando ancora i futuri russi di Mosca vivevano nei boschi come selvaggi. Per i russi di Mosca l’Ucraina è un pezzo ‘e core, più che naturale che Putin aspiri a riprendersela.
Visto come si sono comportati gli Usa in Afghanistan, quello che scrive Guetta appare più che giustificato:
“Abbiamo bisogno dell’Alleanza atlantica più che mai e l’unico modo per farla durare nel tempo è trasformare l’Europa in un attore strategico. Se le sue capitali restassero incapaci di dotarsi di una Difesa di nome e di fatto, gli Stati Uniti non avrebbero motivo di correre in aiuto di alleati simili”.
Dopo il vergognoso e umiliante abbandono dell’Afghanistan da parte degli americani, l’esercito europeo è diventato urgenza. Che gli americani avrebbero lasciato Kabul lo si sapeva da quasi due anni. Hanno preferito la politica dello struzzo. I leader europei hanno cominciato a agitarsi quando hanno visto i mitra dei talebani nelle strade di Kabul. E soprattutto quando hanno cominciato a tremar loro le gambe al pensiero della massa di rifugiati in marcia verso l’Europa.
Altro segnale davanti al quale preoccuparsi era venuto dalle minacce di Trump: l’Europa contribuisca di più alla Nato, se no…Al di là della retorica Nato, lo smantellamento della Alleanza Atlantica è un elemento del grande gioco dei russi post sovietici in Europa. La Nato è stata nel dopoguerra un decisivo enforcer degli accordi di Yalta, il sostegno militare della nostra libertà. Al punto che i comunisti italiani, dopo avere chiesto per anni l’uscita dell’Italia, si resero conto che potevano essere comunisti (e ancora i loro discendenti lo sono) senza il peloso sostegno di Mosca. E dopo gli scherzetti tipo terrorismo si sono decisi a riconoscere l’importanza della Nato anche loro.
Ma la Nato senza gli Usa è una etichetta senza contenuto. Non vive di vita autonoma, lo si è visto in Afghnistam. Nel nuovo scenario globale, la Nato non basta più, da sola, a proteggerci.
Putin non è una farfalla come i nostri politicanti. La sua grande strategia è coerente con le linee guida di Caterina e di Stalin. L’allarme di Guetta coglie il punto, ma si ferma lì. Cosa accadrebbe se i russi decidessero di saldare i conti con i polacchi? Putin non dimentica certo il ruolo della Polonia cattolica e pontificia nella caduta dell’Urss. E poi c’è quel conto più grande di tutti, quello con la Germania: i rapporti sono complessi dai tempi di Carlo Magno e Alexander Nevsky, Hitler ci ha solo messo sopra un sovraccarico.
Attenzione, non sono fantasie di un dilettante di fantapolitica. Leggete cosa sta succedendo nei cieli di Taiwan. Da sempre i cinesi sognano di annettere quella super potenza industriale, popolata da gente etnicamente diversa dai maggioritari han. E sviluppatasi dopo la guerra mondiale sotto la tutela americana a sostegno dei militari cinesi anticomunisti di Chiang Kai-shek.
Ebbene cosa ha fatto la Cina di Pechino dopo la calata di pantaloni americana in Afghanistan? Ha fatto volare i suoi jet nello spazio aereo taiwanese, violandolo per 15 volte in due settimane. Prove generali di annessione? Prodromi di guerra mondiale? Nel caso, che fine farebbe l’Europa, in mano a partiti pesantemente filo cinesi e con la frontiera russa a contatto con gli ex satelliti Baltici, Polonia, Ungheria, fu Cecoslovacchia, Romania totalmente in balia di se stessi?
I nomi cambiano, i simboli, i partiti cambiano, ma da che mondo è mondo gli uomini si comportano secondo gli stessi schemi. Cosa fece Hitler prima di attaccare la Polonia? Procedette come col carciofo, una foglia alla volta: Saar (la Ruhr era stata recuperata da tempo), Austria, Sudeti. Poi fu la volta della Polonia, previo patto con l’Urss, finalmente aggredita nel 1941.
Cosa facevano gli Usa nel frattempo? Pensavano a proibire la vendita di alcolici, leccavano le ferite del crack del ’29, dell’Europa in mano a Hitler non sapevano che farsene. Ci volle Pearl Harbour per farli uscire dal loro parrocchialismo estremo.
Rispetto a quegli anni, oggi l’Europa è un ricco mercato di 446 milioni di abitanti, i governi si appoggiano a maggioranze di partiti democratici, ciascuno dei quali, più (francesi, polacchi e ungheresi) o meno (italiani) tira però dalla parte degli interessi nazionali.
La notizia dell’altro giorno, che “Nasce la difesa Ue: Seimila militari e comando unico a Bruxelles”, sa di annuncio a fini giornlistici. Il nodo è poche righe sotto: “Si studia come usare la nuova forza sfuggendo ai veti dei singoli governi”.
Quanto segue richiede autocontrollo per evitare di ridere. “Si comincerà con un battaglione di 1500 uomini, composto da tutti i Paesi dell’Unione. Per salire subito ad almeno 5-6 mila unità e poi crescere successivamente, allargandosi dalla fanteria alla marina e alla aeronautica”.
Inadeguatezza della von der Leyen a parte, immaginate la confusione e le lotte di potere fra i militari per i posti migliori; chi sarà il comandante supremo? E via via a scendere fra capi e vice capi a tutti i livelli. Se avete letto un po’ delle risse fra Rommel e Messe, fra Montgomery e Eisenhauer, ve ne siete fatti un’idea. Bisognerà riesumare il manuale Cencelli.
Ma una difesa europea non può limitarsi a un esercito di terra. Avete un’idea degli odi che dividono, in tutti i Paesi del mondo, le tre armi di terra, mare e cielo?
Col paradosso dei tedeschi che a suo tempo fecero fuori da ministro della Difesa la povera inadeguata Ursula e che ora dipenderanno da lei per le attribuzioni dei comandi del nuovo esercito. I tedeschi peraltro non sono più quelli di von Moltke senior. Secondo Bernard Guetta gli unici veri militari in Europa sono i francesi. Hanno guadagnato bei punti uccidendo un leader di al-Quaeda in Africa. La loro visione nazionalistica è nella storia. Fu all’origine del fallimento del primo tentativo, ai tempi di De Gaulle, mezzo secolo fa.
Un esercito europeo senza l’apporto inglese parte zoppo. Ma come si inseriscono i britannici nello schema? Gli inglesi, che non si ritengono secondi nemmeno agli americani. Gli americani non si fidano, visti i precedenti gollisti (no alla Nato, Europa delle patrie) dei francesi in materia di esercito comune. Degli inglesi invece si fidano un p’ di più: parlano la stessa lingua, nell’ultima guerra hanno condiviso battaglie e tionfi, risalendo nei secoli condividono antenati militari e politici. La prva è che nel patto con l’Australia sono entrati gli inglesi, i francesi sono stati brutalmente esclusi.
Non c’è molto da scherzare. Il mondo è in rapida evoluzione, Putin ha costretto Trump e Biden a ridare le carte in Oriente. L’Oriente non è agli antipodi: ha inizio a Beirut. Fra Beirut e Taranto ci sono poco più di mille miglia, una settimana di navigazione a 6 nodi in barca a vela. In aereo sono 2 ore. Da Minsk, capitale di una Bielorussia del tutto dipendente da Mosca, a Trieste sono 1.700 km: un’ora di aereo. Via terra è tutta autostrada: un carro armato ci mette 48 ore.